“Punizioni eccessive su cinque bambini”: indagate a Genova due maestre di seconda elementare. Delicato equilibrio: ascoltare i bambini senza traumi.
Ascoltare i bambini senza traumi, educare senza paura
🧒🏼 "La maestra mi ha fatto stare in punizione finché non piangevo"
🚪 "Se non finisci il cibo, ti chiudo nel bagno"
Parole come queste toccano corde profonde. Nessun genitore riesce a restare indifferente. Ma c'è una domanda scomoda che dobbiamo farci con onestà: quanto conta quello che un bambino racconta, e come possiamo capirlo davvero, senza traumi, senza ingiustizie?
🎓 Il caso di Genova che ci costringe a riflettere
In una scuola della Valpolcevera, due insegnanti con anni di esperienza sono state indagate per “abuso dei mezzi di correzione”. Alcuni bambini di 6-8 anni avrebbero raccontato episodi di minacce e punizioni umilianti.
Il PM aveva chiesto l’archiviazione. Ma il giudice ha detto no: serve una perizia psicologica.
Non è una fiction, è la realtà. E in questa realtà c’è chi soffre da entrambe le parti:
- i bambini, se davvero sono stati feriti
- gli insegnanti, se accusati ingiustamente
🧠 I bambini non mentono per cattiveria, ma possono confondere
Un bambino racconta quello che ha vissuto. Ma non è detto che lo racconti come un adulto si aspetta. L’esperienza viene filtrata dalle emozioni, dal contesto, dalla paura di deludere.
A volte, il ricordo cambia col tempo. A volte, le nostre domande – anche involontariamente – indirizzano le risposte.
💬 Chiedere “La maestra ti ha urlato forte?”
non è lo stesso che dire:
💬 “Cosa è successo in classe?”
Lo psicologo forense Elena Doni lo dice chiaramente: "I bambini raramente inventano, ma vedono il mondo con lenti molto diverse dalle nostre."
🖍️ I segnali da non ignorare
Non servono solo le parole. Il corpo dei bambini parla spesso prima della bocca.
Ecco alcuni segnali che dovrebbero accendere un campanello:
- Ricomparsa dell'enuresi (fare la pipì a letto)
- Disegni ossessivi con figure minacciose o spaventose
- Rifiuto improvviso della scuola, con sintomi fisici (vomito, tachicardia)
- Giochi violenti o ripetitivi con personaggi aggressivi
- Risvegli notturni con paura inconsolabile
- Comportamenti autolesivi (graffiarsi, strapparsi i capelli)
Non vanno interpretati come prove, ma come richieste di aiuto da indagare con rispetto e competenza.
⚖️ E se fosse tutto un equivoco?
Non possiamo dimenticare il caso di Rignano Flaminio: maestre e operatori accusati e poi assolti.
Non era un’eccezione. Il Centro Antiviolenza di Milano ci ricorda che:
- 68% delle segnalazioni sono fondate
- 22% sono fraintendimenti educativi
- 10% sono del tutto infondate
Anche solo un’accusa, se sbagliata, può rovinare vite, carriere, legami.
Serve cautela, sempre. Ma anche il coraggio di non far finta di niente.
👨👩👧 Cosa può fare un genitore?
💛 1. Ascoltare con empatia, non con ansia
"Raccontami com’è andata"
"Come ti sei sentito?"
Evitiamo di suggerire o completare le frasi. Il bambino deve sentirsi libero, non sotto esame.
📓 2. Annotare tutto
Tenere un piccolo diario:
📅 Data
🗣 Parole esatte del bambino
🔍 Comportamenti insoliti (paura, malesseri)
🤝 3. Cercare il dialogo con la scuola
Mai partire all’attacco. Un colloquio a tre – genitore, insegnante, dirigente – può fare la differenza.
👩⚕️ 4. Chiedere un parere professionale
Parlare con il proprio pediatra e uno psicologo o un pedagogista può aiutare a capire meglio il significato del racconto, i segnali, i bisogni emotivi del bambino.
Prima di denunciare, è utile valutare.
🔚 In conclusione: serve più ascolto, meno reattività
Non c’è un colpevole automatico. Non c’è un verdetto facile.
👶 Nessun bambino mente senza motivo,
👩🏫 nessun insegnante è immune da errore,
⚖️ e spesso la verità non sta né tutta da una parte, né tutta dall’altra.
Quando scoppia un caso scolastico, i primi a soffrire sono proprio i bambini.
Teniamoli al centro. Sempre.
Se hai dubbi, domande, o vuoi raccontare la tua esperienza, scrivimi nei commenti o in privato. Ascoltare è il primo passo per costruire una scuola e una comunità più sicure per tutti.
📌 Post a cura del dott. Alberto Ferrando, pediatra
✍️ www.ferrandoalberto.blogspot.it